L'OBSOLESCENZA PROGRAMMATA STRATEGIA CONTRO I CONSUMATORI?

Strategia commerciale o danno ambientale? L'obsolescenza programmata e le sue implicazioni.

🗓️ Pubblicato il

obsolescenza Programmata.webp

L’obsolescenza programmata è uno degli aspetti più controversi e discussi del nostro sistema economico moderno. Dietro la costante evoluzione tecnologica, i progressi nei materiali e nelle design, c’è una pratica nascosta che spinge milioni di consumatori a rinnovare, sostituire, e, in ultima analisi, sprecare. Ma da dove nasce questa strategia e cosa si cela dietro la costante corsa al consumo?

Le Origini: L'Inizio di una Pratica (Anni '20 e '30)

Le radici dell’obsolescenza programmata risalgono agli anni '20, quando la produzione in serie stava trasformando l'industria mondiale. Uno dei momenti chiave della sua nascita si trova nella General Motors di Alfred P. Sloan, che, alla fine degli anni ‘20, comprese che la durata di un’automobile non doveva necessariamente essere infinita. In effetti, un prodotto che “tiene troppo a lungo” riduce la domanda. Nasce così l’idea di un ciclo di vita di un bene studiato per durare un periodo limitato. Si trattava di progettare non solo il prodotto, ma anche il desiderio di sostituirlo.

Allo stesso tempo, negli anni ‘30, la Philips in Olanda progettava lampadine destinate a guastarsi dopo un certo numero di ore, per evitare che il mercato si saturasse. Si trattava di una vera e propria inversione della logica: non più un bene che doveva durare a lungo, ma un bene il cui consumo veniva regolato in base alla sua scarsa longevità.

L’Età d’Oro del Consumo: Gli Anni del Boom (Anni '50 e '60)

Con il dopoguerra e la crescente disponibilità di beni, l’obsolescenza programmata raggiunge una diffusione globale. Il consumismo esplode negli anni '50 e '60, e insieme a esso la consapevolezza che il mercato dovesse essere in grado di rinnovarsi continuamente. Le case automobilistiche, l'elettronica e perfino l'industria della moda cominciano a creare prodotti con cicli di vita ridotti per stimolare il rinnovamento costante.

A quel tempo, i prodotti venivano realizzati con materiali meno durevoli, progettati per guastarsi a un certo punto. Le aziende non facevano più prodotti che durassero una vita intera, ma creavano merci usa e getta che, nel lungo periodo, dovevano essere sostituite.

La Resistenza e l'Esplosione del Movimento Ecologista (Anni '70 e '80)

Negli anni '70 e '80, mentre l’economia globale cresceva, si affacciavano anche le prime resistenze contro i danni collaterali del consumismo. Il movimento ecologista prende piede, e la crescente preoccupazione per l’ambiente e i rifiuti cresceva. La consapevolezza dei danni causati da una cultura della sostituzione rapida comincia a farsi strada, seppur con difficoltà.

Nel 1972, il famoso “rapporto sui limiti della crescita” dell'MIT evidenziava come la crescita illimitata fosse incompatibile con le risorse finite del pianeta, e l'obsolescenza programmata, che alimentava tale crescita, veniva vista come uno dei principali fattori di spreco.

Ma il vero cambiamento arriva negli anni '90, quando la tecnologia entra in gioco. Internet e l'elettronica fanno da traino a un settore che, più di altri, è stato afflitto dalla strategia dell’obsolescenza programmata: i dispositivi elettronici e gli smartphone.

Obsolescenza Tecnologica: La Rivoluzione Digitale

Con l’avvento dei computer e della telefonia mobile, l’obsolescenza programmata ha preso una forma completamente nuova. I dispositivi non solo si guastano più velocemente, ma vengono aggiornati con software che rende obsoleti i modelli precedenti. Il sistema operativo di uno smartphone o di un computer, per esempio, non è più compatibile con versioni hardware più vecchie. Così facendo, l’obsolescenza non è solo fisica, ma anche digitale.

Apple, ad esempio, è stata accusata nel 2017 di rallentare volontariamente le vecchie versioni dei suoi iPhone con aggiornamenti software, inducendo gli utenti a comprare nuovi modelli. Nonostante le scuse e la promessa di miglioramenti, questo episodio ha acceso una discussione su quanto sia etico progettare dispositivi con una vita breve.

Le Conseguenze: L’Impatto Ambientale

L’obsolescenza programmata non ha solo effetti economici e sociali, ma anche devastanti ripercussioni ambientali. Ogni anno, milioni di tonnellate di dispositivi elettronici vengono smaltite senza possibilità di riciclo adeguato. La produzione continua di nuovi dispositivi sfrutta risorse naturali limitate e aumenta la pressione su ecosistemi già fragili.

Un esempio eclatante è il consumo di terre rare per la produzione di elettronica. Questi minerali, difficili da estrarre e non facilmente reperibili, sono utilizzati per costruire tutto, dai telefoni cellulari ai pannelli solari. Ma nonostante i progressi nel riciclo, la domanda continua ad aumentare, alimentata dal rapido invecchiamento dei dispositivi.

Sostenibilità e Le Leggi Anti-Obsolescenza: Verso un Nuovo Futuro

Negli ultimi anni, sono cresciuti gli sforzi per combattere l’obsolescenza programmata. In Europa, alcuni paesi hanno iniziato a introdurre leggi per proteggere i consumatori, come la Francia, che ha reso illegale l'obsolescenza programmata dal 2015, con l’introduzione di una legge che obbliga i produttori a dichiarare la durata di vita di un prodotto.

Inoltre, il movimento per l’economia circolare sta cercando di contrastare questa pratica, promuovendo il riuso, il riciclo e il design di prodotti riparabili. Aziende come Fairphone sono un esempio di come l’industria possa evolversi, offrendo telefoni modulari e riparabili, progettati per durare più a lungo.

Il Futuro: Cambiare la Mentalità

La vera sfida, però, non sta solo nella regolamentazione dei produttori, ma nel cambiare la mentalità dei consumatori. Se da un lato le aziende spingono per l’obsolescenza, dall’altro i consumatori devono diventare più consapevoli delle loro scelte, chiedendo prodotti che non solo siano più durevoli, ma anche facilmente riparabili, riciclabili e sostenibili.

In un mondo in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, l’obsolescenza programmata sembra essere una pratica sempre più fuori luogo. È arrivato il momento di domandarsi: cosa siamo disposti a sacrificare in nome del consumo rapido? La risposta, speriamo, è una cultura più consapevole e responsabile, che rifiuti la logica del “usa e getta” e costruisca un futuro in cui i prodotti possano davvero durare.

Sì, ci sono diversi casi in cui grandi aziende sono state accusate di praticare l’obsolescenza programmata o di essere state coinvolte in scandali legati alla durata dei loro prodotti. Questi episodi hanno suscitato molta attenzione e discussione sul comportamento delle grandi corporation e sui diritti dei consumatori. Ecco alcuni esempi rilevanti:

1. Apple - Lo Scandalo della Batteria (2017)

Uno dei casi più noti di obsolescenza programmata riguarda Apple. Nel 2017, è emerso che l'azienda stava rallentando intenzionalmente i modelli più vecchi di iPhone tramite aggiornamenti software, specialmente quelli con batterie usurate, in modo da evitare improvvisi spegnimenti. Questo ha portato a una massiccia protesta da parte dei consumatori, che accusavano l'azienda di "costringere" gli utenti a comprare nuovi dispositivi.

Apple inizialmente non aveva informato i clienti di questa pratica, il che ha alimentato l'indignazione. Dopo l'emergere dello scandalo, l'azienda ha offerto un programma di sostituzione a prezzo ridotto delle batterie per i modelli più vecchi. Inoltre, ha introdotto una funzionalità che consente agli utenti di monitorare lo stato della batteria sui dispositivi.

Nel 2020, Apple ha dovuto affrontare una causa legale collettiva in Italia per obsolescenza programmata e, in seguito, ha pagato una multa di 10 milioni di euro.

2. Planned Obsolescence nel Settore delle Lampadine - Il Cartello delle Lampadine (1924)

Nel 1924, le principali aziende produttrici di lampadine (come Philips, Osram, e General Electric) formarono un cartello per stabilire una durata limitata per le lampadine. L'accordo prevedeva che le lampadine avessero una vita utile di 1.000 ore, nonostante il fatto che i primi modelli potessero durare fino a 2.500 ore o più. Questo fu uno dei primi esempi storici di obsolescenza programmata.

Le aziende coinvolte in questo accordo furono accusate di manipolare il mercato per incentivare i consumatori a comprare lampadine più frequentemente. L'accordo fu smascherato negli anni '30, ma la durata ridotta delle lampadine continuò a essere la norma fino ad oggi, anche se con miglioramenti tecnologici.

3. Nokia - Il Caso dei Telefono “Indistruttibili”

Un altro caso emblematico riguarda Nokia, il colosso finlandese della telefonia mobile che ha dominato il mercato prima dell'ascesa degli smartphone. Negli anni 2000, Nokia era conosciuta per produrre telefoni resistenti e durevoli. Tuttavia, con l'avvento degli smartphone, l'azienda è stata accusata di progettare telefoni con funzionalità sempre più limitate per spingere i consumatori a comprare modelli più nuovi. Un esempio è l'eliminazione di alcune caratteristiche di software, come le capacità di memoria o le funzionalità di connettività, dai modelli più vecchi.

Anche se non direttamente accusata di obsolescenza programmata, la crescente "mancanza di supporto" da parte di Nokia per i suoi vecchi modelli ha alimentato l’idea che l'azienda stesse cercando di spingere i consumatori verso l'acquisto di dispositivi più recenti.

4. Amazon - I Problemi con i Dispositivi “Echo” e “Kindle”

Amazon è stata accusata di praticare obsolescenza programmata in relazione ai suoi dispositivi Echo e Kindle. I consumatori hanno segnalato che i dispositivi, dopo un certo periodo di tempo, cominciano a non funzionare più correttamente. Alcuni utenti hanno riscontrato che i dispositivi, che inizialmente funzionavano bene, diventano lenti o smettono di ricevere aggiornamenti software, costringendo gli utenti a sostituirli con modelli più recenti.

Il caso più noto è quello del Kindle, il lettore di ebook di Amazon, che ha visto nel tempo la sostituzione dei suoi modelli più vecchi con nuovi dispositivi, pur non offrendo sempre aggiornamenti software per quelli più datati. Inoltre, l'evoluzione dei dispositivi spesso implicava la rimozione di funzioni fondamentali nei modelli più vecchi, costringendo i consumatori ad acquistare nuovi modelli.

5. HP - Le Cartucce di Inchiostro e la Falsa Obsolescenza

Nel 2016, HP (Hewlett-Packard) è stata coinvolta in uno scandalo riguardante le sue stampanti e cartucce di inchiostro. L'azienda era accusata di limitare l’uso di cartucce di inchiostro non originali nelle sue stampanti, inibendo il funzionamento delle stampanti attraverso aggiornamenti software che impedivano l'uso di cartucce di terze parti. Sebbene non sia stata direttamente accusata di obsolescenza programmata, molti consumatori hanno percepito questa come una forma di forzatura all'acquisto di consumabili ufficiali HP, spesso a costi più alti rispetto a quelli generici.

HP ha anche dovuto affrontare numerose critiche per aver progettato stampanti che “si rompevano” dopo un certo numero di copie stampate. La stampa economica divenne un problema, spingendo molti a cambiare la stampante piuttosto che sostituire i singoli componenti.

Un Futuro Responsabile per l'Industria e i Consumatori

Se da un lato l'innovazione tecnologica ha reso la nostra vita più comoda e interconnessa, dall'altro ci pone di fronte a una riflessione profonda sul nostro ruolo come consumatori e cittadini. L'obsolescenza programmata, purtroppo, rimane una realtà che ci invita a chiederci: fino a che punto è giusto sacrificare la durabilità dei prodotti in nome del profitto a breve termine? Ogni prodotto che acquistiamo è il risultato di scelte etiche che vanno ben oltre il mero scambio commerciale. È un'opportunità per le aziende di dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità, l’onestà e la trasparenza.

In un mondo dove il consumismo spinge costantemente al rinnovo e al cambiamento, dobbiamo riscoprire il valore della qualità, della longevità e della responsabilità sociale. La vera sfida del futuro non sarà solo quella di sviluppare tecnologie sempre più avanzate, ma anche quella di progettare e produrre beni che abbiano un impatto positivo sul nostro pianeta e sulla nostra società. Solo quando ci sforziamo di costruire un rapporto più equilibrato con i beni che consumiamo, riusciremo a spezzare il circolo vizioso dell’obsolescenza programmata, creando un futuro in cui la vera ricchezza risiede nell'autenticità, nella durabilità e nel rispetto per le risorse che ci circondano.

Lascia il tuo Feedback


PIACE: 0

NON PIACE: 0

Localizzazione IP

🌍 Localizzazione IP

📍 La tua posizione

  • IP: 18.97.14.90
  • Paese: United States
  • Città: Ashburn
  • Latitudine: 39.0469
  • Longitudine: -77.4903

Debito Pubblico Italiano

Valore attuale del debito: Caricamento...